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L’immagine dell’ IO e comportamento

Ciascuno di noi porta impressa nella propria anima, nel suo centro più profondo , la sua storia personale. Questa storia contiene in sé le basi di quella che sarà ed è la nostra esistenza presente e futura, a meno che noi non andremo a modificare in profondità questo schema acquisito.
L’immagine dell’IO è l’idea che noi abbiamo di noi stessi ed essa è il metro di quello che crediamo di essere e di valere. “Si agisce come ci si sente e come si crede di essere”.
Capire quali sono le cause che sottendono a una cattiva considerazione di sé non è sufficiente se non si accompagna questo “capire” a una graduale modifica dei comportamenti e delle emozioni che possono modificare questa immagine di sé.
Maltz, il fondatore della psicocibernetica affermava che l’uomo è dotato di un sistema guida che gli serve per raggiungere degli scopi. L’uomo non è una macchina ma ha una macchina da guidare verso degli obiettivi. Egli affermava che l’uomo è dotato di un servomeccanismo che non è altro che un meccanismo automatico volto ad uno scopo.
Questo servomeccanismo agisce sulla base di informazioni e di dati che noi vi immettiamo, ossia i nostri pensieri, credenze, informazioni soggettive. Tutto ciò va a costituire la memoria del servomeccanismo e in base a questi dati, indifferentemente che siano positivi o negativi, egli si pone degli in rapporto alle varie situazioni. Di conseguenza, esiste una memoria positiva come ne esiste una negativa.
Noi abbiamo la tendenza a registrare quasi esclusivamente memorie negative e queste a loro volta ci portano a perpetuare fallimenti su fallimenti. Di solito le nostre esperienze di vita si adeguano nel concreto alla nostra auto immagine e, quando questo accade abitualmente, esse sembrano provare quelle che erano le nostre disposizioni di base (positive o negative) e quindi le rafforzano. L’esperienza fallimentare che ne consegue serve così a dare ragione e sostegno al pregiudizio di fondo, confermandolo e consolidandolo. (Stefano Fontana 1998).
Maxwell Maltz scriveva nel 1965 :
“l’immagine dell’io è la chiave della personalità e del comportamento umano. Cambiate l’immagine dell’io e cambierete la personalità e il comportamento. Oltre a ciò l’immagine dell’io stabilisce i limiti dell’individuo, indicando ciò che può e ciò che non può essere fatto. Estendete tale immagine ed estenderete la “zona del possibile".
Lo sviluppo di una giusta e realistica immagine dell’io sembrerà dare all’individuo nuove capacità, un nuovo talento e addirittura cambierà in successo i fallimenti.”
Una delle tecniche che è possibile utilizzare per ottenere questo risultato è allenare la nostra mente a visualizzare gli obiettivi che vogliamo raggiungere, attraverso un io capace di ottenere quel determinato risultato e accompagnare questa visualizzazione con i sentimenti di riuscita per avere raggiunto tale risultato. La visualizzazione è una tecnica e come tale va allenata, Quando visualizzate cercate di vedervi in quel preciso momento, come vi sentite? Dove vi trovate? Con chi siete? Ecc. Più dettagli immettete nel vostro scherma mentale più questo vi sembrerà reale e cosa fantastica…il nostro sistema nervoso non riesce a distinguere le differenze tra esperienze reali ed esperienze immaginate se queste ultime sono nitidamente pensate. E allora incominciamo ad allenarci ad avere una immagine di noi come persone capaci di raggiungere degli obiettivi e assaporiamo le nostre vittorie anche se all’inizio sono solo “immaginate” pian piano il nostro cambiamento mentale ci porterà a cambiare la nostra percezione di noi e di conseguenza la realtà che percepiamo.
A presto  
dott.ssa Anna Pace

1 commento:

  1. Salve, vorrei.solo dire.che in passato ho fatto per un certo periodo, l'immagine dell'io ed ho riscontrato effetti positivi, ma purtroppo dopo tempo ho smesso di fare gli esercizi e quindi sono tornato in uno stato di poca autostima.

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