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Il sostegno psicologico nei pazienti oncologici

Un aiuto in più ai malati nel fronteggiare la nuova situazione di difficoltà e nel ricostruire le relazioni con medici e familiari.
Chi affronta una malattia complessa come il cancro spesso perde le sicurezze su cui ha fondato il proprio equilibrio di una vita e cerca, attraverso la richiesta di un colloquio, l'aiuto necessario. Il disagio non dipende quasi mai da un disturbo psicopatologico, ma dal trauma provocato dalla malattia. La dott.ssa Emanuela Mencaglia, psicologa di Humanitas, assiste i pazienti oncologici proprio in questo percorso...

Dott.ssa Mencaglia, quali esigenze esprimono i pazienti oncologici?"Molto spesso hanno bisogno di comunicare. Innanzitutto con il medico, durante le visite cliniche infatti non sempre trovano lo spazio emotivo che vorrebbero e l'occasione per colloqui approfonditi. Ma anche la comunicazione con i familiari può essere un terreno su cui lavorare".

Come avvengono i colloqui?"Il lavoro con il paziente viene svolto aiutandolo a elaborare il momento di crisi, a prendere coscienza, su diversi livelli, della situazione clinica e psicologica, dell'impatto della malattia sulla qualità di vita.
Obiettivo principale degli incontri è quello di tentare di ri-trovare soluzioni di adattamento alla nuova situazione di malattia acuta o cronica.
I colloqui tendono a considerare la condizione psichica del paziente e la sua personalità, individuando eventuali tratti che possono ostacolare le modalità di adattamento alla situazione di malattia, le risorse interiori, i meccanismi difensivi, le strategie di adattamento abitualmente utilizzate di fronte alle situazioni problematiche. Un'ulteriore attenzione è posta all'impatto psicologico della diagnosi, della malattia e delle terapie e alla qualità della ‘rete' familiare e sociale. I colloqui, inoltre, forniscono utili indicazioni per l'impostazione di interventi di counselling ed eventualmente di psicoterapia".

Cosa significa in questo caso adattamento?"Adattamento in psicologia non è rassegnazione, non è un passivo adeguarsi. È piuttosto un processo dinamico e attivo che porta a utilizzare le proprie risorse in modo che la situazione critica migliori negli aspetti possibili. Si prova a stare meglio nel cambiamento, a vivere il passaggio psicologico alla condizione di difficoltà non passivamente ma con un impegno mentale e fisico".

Un ruolo importante è quello dei familiari."Il sostegno della rete familiare ha un'importanza fondamentale nel percorso terapeutico del paziente e a essa è rivolta parte dell'intervento psicologico clinico. La possibilità di un supporto psicologico specifico riguarda la gestione dei propri vissuti di impotenza nell'attesa che le terapie abbiano successo, l'individuazione dei sensi di colpa che rendono difficile la comunicazione e la relazione tra malato e familiare durante il periodo di malattia e la difficile accettazione della ripresa, spesso lenta, delle attività quotidiane dopo la terapia. Il sostegno ai familiari è anche offerto nel momento successivo all'eventuale decesso, come ausilio al processo identificato come ‘elaborazione del lutto'".

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